17 – LE STELLE
La Speranza. L’alchimia perfetta: dobbiamo lavorare con l’oro e con l’argento (che la figura sta spargendo sulla terra con due vasi), con il Sole e con la Luna per incarnare la stella a otto punte, la Stella del mattino (Venere). Bisogna lavorare con il fuoco e con l’acqua per ricevere l’ Iniziazione Venusta (di Venere). Cristo è la Stella dell’aurora che entra nell’anima quando si riceve l’Iniziazione Venusta. Quando decapitiamo e dissolviamo l’io, il me stesso, riceviamo l’Iniziazione Venusta: chi la riceve incarna la propria Stella.

Nessuno può cercare quello che non conosce. Satana, l’io, l’ego che portiamo dentro, non può conoscere la Verità. La Verità non può essere studiata, letta o riconosciuta dalla mente.
In un periodo di siccità metafisica in cui si contempla la nascita di esseri umani indifferenti, possiamo venire rigenerati dalla nuova freschezza dell’attesa dell’influsso Superiore (vaso d’Argento, polo passivo) e dalla fede in noi stessi (vaso d’Oro, polo attivo). Non è sufficiente essere convinti logicamente, in ogni circostanza è spesso necessaria anche la Speranza. Non basta rafforzare la nostra volontà, bisogna avere anche tatto ed intuizione; la speranza e l’intuito sono parenti prossimi.
Noi siamo precipitati in una notte profonda ma quando guardiamo verso l’alto vediamo brillare le stelle. Non siamo abbandonati perchè gli Dei, chiamati in origine “gli Splendenti”, vegliano su di noi. La vita ha il suo compito e a noi chiede di realizzare il nostro. La Dea dolce e bella che rappresenta il XVII Arcano, versa con la mano destra il contenuto di un’urna d’oro, un liquido bruciante vivificatore, nell’aqua stagnante; con la mano sinistra riversa sulla terra da un’urna d’argento , un’acqua fresca e fertilizzante.
La Stella non è solo la carta della speranza, della volontà inconscia della vita e della conoscienza dei nessi superiori. Il XVII Arcano sta anche per il desiderio inconscio di dedicarsi al fluire del piacere e della gaia spensieratezza.
Il sentiero che collega Chocmah con Tiphereth

18 – LA LUNA
Nel sesso si trova la più grande forza che può liberare o schiavizzare l’uomo. La discesa nella Nona Sfera è stata fin dai tempi antichi la massima prova per la suprema dignità dello Ierofante. Nell’Arcano 18 la Nona Sfera si manifesta due volte; il primo nove è positivo ed il secondo negativo. Quindi nell’Arcano 18 si manifesta l’aspetto fatale o negativo della Nona Sfera. Dunque, quando arriviamo all’Arcano 18 ci troviamo di fronte al dilemma dell’Essere e del non Essere.
Tra tutti gli arcani il XVIII è il più sfavorevole e sinistro: esso mostra le condizioni più pericolose in cui un uomo può andare a porsi a causa della sua stupidità e della sua deficienza di visione interiore. La Luna dirige i suoi raggi sulla Terra, ma la sua è una luce riflessa. Non abbiamo diritto di beneficiare della Vera Luce Primaria a causa della nostra immersione nell’ingannevole Materia, nell’illusorio mondo dei Binari. Due cani, i nostri nemici e falsi amici cercano di danneggiarci ma non essendo assolutamente liberi ululano la loro reale impotenza alla Luna. Noi in realtà possiamo essere stregati e colpiti solo se retrocediamo come fa il gambero. Nonostante la caduta dell’ Uomo ed il suo conseguente strenuo lavoro di Reintegrazione, egli è in grado di creare nuovi punti di luce su questo tortuoso cammino.
Il visionario immaginativo vede le cose sotto una luce falsa: la Luna non permette di distinguere i colori, essa tinge di grigio argento o di sfumature azzurrine ed incerte tutto ciò che colpisce con i suoi raggi. Dobbiamo perciò conquistare la Piena Luce, esplorando a nostro rischio e pericolo lo spazio immenso che la Luna illumina solo in parte ed imperfettamente. Dobbiamo anche aspettarci frequenti cadute, diffidare dei trabocchetti e delle trappole dissimulate. Per fortuna altri ci hanno preceduto ed hanno tracciato il sentiero tortuoso con gocce di sangue. I Cani, Cerberi, sono a difesa delle regioni proibite, dove l’immaginazione si smarrisce. Il Gambero è rosso a causa del fuoco interiore.
La carta della Luna ci porta nelle profondità infinite del nostro mondo interiore e così nel mondo delle immagini dell’anima. Essa, dietro lo specchio nel quale abbiamo adattato il nostro mondo conscio alla necessità di sicurezza scaturita dalle nostre paure interiori, ci permette uno sguardo nel regno dell’inconscio, dove ci guardano i nostri desideri e i nostri abissi. Per quanto importante sia la discesa negli Inferi, nel regno dell’ Inconscio, altrettanto importante è il ritorno da esso.
Il sentiero da Netzah a Malcuth.

19 – IL SOLE
L’ispirazione: per mezzo della trasmutazione raggiungiamo la liberazione finale. Questo Arcano rappresenta il fuoco creatore, la Pietra Filosofale, il Sesso. È possibile arrivare all’autorealizzazione solo per mezzo della trasmutazione sessuale. Questa è la sacra alleanza fra uomo e donna per l’Opera Magna.
Sino all’Arcano XVIII si era nel mondo dell’umanità caduta; con il XIX iniziano i gradini che portano agli Arcani Minori, che rappresentano lo schema del mondo primordiale non ancora sconvolto dalla caduta. Con il Sole cominciamo a rivedere la Luce ritrovando la speranza del progresso, della futura perfezione e rigenerazione nel mondo degli Arcani Minori. La luce degli influssi superiori illumina gli esseri umani che siano diventati sinceri, buoni come bambini e abbiano perso la normale malizia, cioè che siano sviluppati spiritualmente.
Noi giungiamo alla luce solo dopo aver languito nelle tenebre e dopo essere passati attraverso l’errore. Le prove della vita terrena non hanno altro scopo che la nostra istruzione. Il sole rivela la realtà delle cose, le mostra così come sono, prive del velo dell’illusione. Ognuno di noi deve pensare a rigenerare se stesso prima di pensare ad ogni rigenerazione generale. Il Sole arricchisce spiritualmente i suoi figli.
Nella carta del Sole troviamo un principio chiaro, dotato di un atteggiamento positivo verso la vita, che schiarisce tutto ed esprime voglia di vivere, vitalità e freschezza giovanile. Si superano i modelli di comportamento limitati e bigotti essendo pronti a un grande gesto rappacificante.
L’asse che va da Hod a Yesod, che descrive Dio come forma del pensiero proiettato dallo spirito dell’uomo.

20 – IL GIUDIZIO
La Resurrezione; perchè ci sia resurrezione è necessario prima morire. Quando l’ Ego muore in forma integra in noi rimane solo l’Essere, quello che ci da’ l’autentica individualità. Quando muore l’Ego, la Coscienza, l’Anima, si libera e si risveglia radicalmente e così arriva l’illuminazione interiore.
La voce dell’ Archetipo (l’Atman, lo Spirito) risuona in noi dalla tromba dell’Angelo in cielo per risvegliare la Conoscenza Intuitiva. Il suono dell’Archetipo è percepibile in noi solo in momenti di completa calma delle nostre passioni e del terrificante rumore della Macina del Mondo ( X° arcano).
Il Giudizio interviene per distinguere ciò che è spirituale da ciò che è materiale; tutto procede da un’idea generatrice che si collega a concezioni trascendenti. La vera Resurrezione non è quella della carne ma in Spirito.
Il Trionfo ha a che fare con il tempo ed il cambiamento del tempo, così si indicano non soltanto fine e distruzione ma anche speranza, redenzione e liberazione. E’ il nuovo, il futuro o la realizzazione di un’ utopia; il passo decisivo nel diventare se stessi.
La via che porta da Hod a Malcuth

21 – IL MONDO
Il ritorno: il ritorno alla Luce, l’incarnazione della Verita’ in noi. Chi riceve la corona della vita (XXII° Arcano) si libera dalla Ruota dei Ritorni, della ricorrenza e dal Karma.
E’ la sintesi metafisica delle Verità Assolute che non hanno bisogno di alcuna protezione e che pongono l’individuo che è giunto finalmente a tali verità, al di là di ogni falsità. Questa è la più alta manifestazione dell’Archetipo accessibile alla nostra percezione mentale. Quando la materia svanisce davanti alla nostra percezione mentale, nessuno ostacolo si oppone più alla nostra completa illuminazione. Compenetrato dalla luce divina, l’uomo definitivamente risollevato dalla sua caduta, diviene luminoso e conclude così il ciclo della sua reintegrazione.
E’ l’espressione dell’ integrità nella quale il Divino si esprime. E’ la meta raggiunta, per il culmine di un’evoluzione, perciò in alcuni casi per l’obiettivo stesso della vita e per il nostro posto in questo mondo al quale apparteniamo.
La via che porta da Jesod a Malchut.